Nel fine settimana più vicino all’8 settembre, giorno in cui si celebra la natività della Madonna, a Mensano si svolge la tradizionale Festa della Madonna. Durante tale festa, oltre alle celebrazioni religiose, si alternano varie manifestazioni, ma la più caratteristica è sicuramente il Palio dei Ciuchi, evento ormai da tempo “intoccabile” sia per le radici storiche ad esso attribuite, sia per l’atmosfera che riesce a creare, e che coinvolge tutte le persone presenti, speso prese da risa convulse, complice la ben nota cocciutaggine degli asini.
Le contrade in gara erano, e sono, quattro:
- Le Fonti, con il colore celeste, che rappresenta i Mensanesi al di fuori del castello, ovvero un “fuori le mura” che non supera 300 passi
- Il Contado, di colore verde, che esprime tutti gli altri “fuori le mura”
- Le Rocche, definito dal colore bianco e che rispecchia la parte alta “dentro le mura”
- I Torrioni, con il colore rosso, simboleggia la parte bassa del castello “dentro le mura”
Nei giorni antecedenti il palio, il paese viene addobbato con stendardi e bandiere rappresentanti le contrade con i vari colori; è un spettacolo cromatico insolito per un borgo medioevale, e le giornate sono riempite dalle varie attività programmate per la concomitante “Festa della Madonna”, dove non mancano cene tipiche e spettacoli vari.
Sono momenti esclusivi, incastonati in un’atmosfera e un ambiente unico che solo i nostri antichi borghi riescono a trasmettere al viandante curioso, affamato, fisicamente e culturalmente, e bramoso di scoprire perché mai chi decide di vivere sul nostro territorio riesce a sopportare i vari problemi logistici, scoprendo alla fine che il perché è dato dal sentirsi ampiamente ripagati nel rapporto di “do ut
des” con la natura, l’ambiente e la qualità della vita.
Note storiche Ancora oggi in un documento conservato tra i paramenti del “mossiere” e le finiture dei ciuchi possiamo
leggere quanto segue:
Questa “carriera” (o corsa), negli anni si è svolta su percorsi diversi; agli inizi sembra che venisse corsa ad anello, da porta a porta su tre giri, (le porte “Della secca”, perché rivolta a nord, e “Senese”, perché guarda ad est) tra ali di castellani che incitavano i loro beniamini. In quel periodo erano consentite solo grida di incitamento e, a distanza di trenta passi l’uno dall’altro, vi erano dei gruppi di quattro
“frustatori”, uno per contrada, dotati di rametti di “salcio”, della stessa lunghezza e spessore, da usare come frustino.
Con il passare del tempo le “Carriere” si sono svolte su terreni più agevoli e meno pericolosi, perché all’epoca chi si cimentava nella monta per muoversi sull’anello iniziale, viste le pendenze e la ritrosia degli asini per le stesse, doveva essere provetto e robusto, cavalcare rigorosamente “a pelo” e con una sola corda fissata alla testa dell’asino. Il tutto sotto la supervisione del “supremo reggente” senese che non di rado puniva, con ammende e squalifiche, chi non rispettava le regole.
Da qui la scelta di correre fuori le mura, nella zona nuova denominata “poggio all’uva”, dove si può ripetere lo stesso percorso ad anello ma con meno rischi per i “fantini” e con maggiori possibilità per gli spettatori di godere del pittoresco spettacolo, offerto dalla cocciutaggine dei “montati” e dalle peripezie effettuate dai “cavalieri”.
(ispirato ad un testo redatto a cura di Paolo Bartali)
per sapere di più : Indicazioni stradali per Mensano
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