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LA GEOLOGIA DELLA MONTAGNOLA - APPROFONDIMENTO

La Montagnola Senese è una dorsale poco elevata (quota max Monte Maggio 671 metri s.l.m.),orientata nord est - sud ovest ed è delimitata ad ovest dall'Alta Val d'Elsa e ad est dalle antiche piane lacustri di Pian del Lago. 

[foto Montagnola]

Circa un milione di anni fa, prima che le enormi forze del sottosuolo iniziassero a sollevare le Alpi e gli Appennini verso le altezze che raggiungono attualmente, dal vasto e basso fondale marino di un Mediterraneo ben diverso da quello che tutti conosciamo oggi, già spuntava dalla superfice delle acque quella catena collinare che sulle carte geografiche viene individuata come La Montagnola; il suo nome nasce, come facile immaginare, dal suo aspetto vagamente prealpino, costituita com'è da calcari di età triassica (clicka per un approfondimento)

I calcari più puri furono ricristallizzati e trasformati in marmi. 

Questi, da secoli, alimentano l'industria estrattiva della Montagnola Senese e delle Alpi Apuane.  

Attualmente l'attività estrattiva dei marmi è concentrata nella parte meridionale della dorsale nel tratto compreso tra il fiume Elsa e la Pieve di Molli .

Dalla Montagnola Senese proviene uno dei "Marmi colorati" più famoso d'Italia: il "Giallo Siena".  La diffusione dei calcari cristallini bianchi, gialli e grigi delle cave della Montagnola è legata alla domanda dei cantieri delle grandi cattedrali soprattutto quelle basso medievali. Nel Medioevo il marmo della Montagnola, insieme agli scisti ed al verrucano veniva utilizzato per usi di edilizia comune. Solo per luoghi di culto, come le pievi di Pieve a Scola, di Pernina e di Marmoraia si faceva uso esclusivo di conci di marmo. Il marmo della Montagnola fu impiegato a partire dal XIV secolo per la costruzione del Duomo di Siena ed in altri edifici monumentali (il rivestimento delle Logge del Papa, le Logge della Mercanzia). Di questo periodo è anche l'utilizzo del Marmo della Montagnola in alcune opere architettoniche importanti dell'Italia Centrale (Firenze: Santa Maria del Fiore; Orvieto: Duomo di Orvieto).

Le cave che estraevano erano principalmente tre: Tonni, Montarrenti e Marmoraia. Fino al XV secolo il Marmo della Montagnola ebbe una funzione dominante per la costruzione di palazzi e monumenti senesi. Le varietà bianche venivano utilizzate come ornamenti architettonici per esterni e pietra da costruzione in conci squadrati mentre il Marmo giallo veniva utilizzato principalmente per motivi artistici ed ornamentali (ad esempio i mosaici policromi dei pavimenti del Duomo di Siena) o per rivestimenti interni. Dopo tale periodo a causa dell'inizio dell'importazione dei marmi apuani, l'utilizzo dei marmi senesi ebbe una certa decadenza. Il periodo di maggior successo e produzione delle varietà gialle fu nel sei-settecento, ed è infatti di questo periodo lo sviluppo di tutte le zone di coltivazione del Giallo di Siena.

Approfondimento - Focus

La Montagnola Senese costituisce la propaggine settentrionale della "Dorsale Monticiano - Roccastrada" che rappresenta il maggior affioramento del "Complesso Metamorfico Toscano" 

In corrispondenza della Montagnola Senese affiorano rocce metamorfiche derivate da rocce sedimentarie di età compresa tra il Trias e il Terziario. 

Si tratta della classica "Successione Toscana Metamorfica" che affiora in "finestra tettonica" al di sotto della "Successioni toscane non metamorfiche". 

La "Successione Toscana" è costituita da rocce silicoclastiche e carbonatiche sedimentate lungo un margine continentale passivo durante il Mesozoico e il Terziario. Questo margine continentale (Margine Apulo) nell'Oligocene superiore (26 M.A.) entrò in collisione con il margine sud - europeo e durante la collisione una parte della successione sedimentaria fu portata in profondità dai movimenti tettonici e subì così temperature e pressioni elevate che trasformarono (metamorfosato) le rocce sedimentarie in rocce metamorfiche (Figura 3). 

La Montagnola Senese è una dorsale poco elevata (quota max Monte Maggio 671 metri s.l.m.),orientata nord est - sud ovest ed è delimitata ad ovest dall'Alta Val d'Elsa e ad est dalle antiche piane lacustri di Pian del Lago. 

Circa un milione di anni fa, prima che le enormi forze del sottosuolo iniziassero a sollevare le Alpi e gli Appennini verso le altezze che raggiungono attualmente, dal vasto e basso fondale marino di un Mediterraneo ben diverso da quello che tutti conosciamo oggi, già spuntava dalla superfice delle acque quella catena collinare che sulle carte geografiche viene individuata come La Montagnola; il suo nome nasce, come facile immaginare, dal suo aspetto vagamente prealpino, costituita com'è da calcari di età triassica 

I calcari più puri furono ricristallizzati e trasformati in marmi. 

Questi, da secoli, alimentano l'industria estrattiva della Montagnola Senese e delle Alpi Apuane.  

Attualmente l'attività estrattiva dei marmi è concentrata nella parte meridionale della dorsale nel tratto compreso tra il fiume Elsa e la Pieve di Molli .

Dalla Montagnola Senese proviene uno dei "Marmi colorati" più famoso d'Italia: il "Giallo Siena".  La diffusione dei calcari cristallini bianchi, gialli e grigi delle cave della Montagnola è legata alla domanda dei cantieri delle grandi cattedrali soprattutto quelle basso medievali. Nel Medioevo il marmo della Montagnola, insieme agli scisti ed al verrucano veniva utilizzato per usi di edilizia comune. Solo per luoghi di culto, come le pievi di Pievescola, di Pernina e di Marmoraia si faceva uso esclusivo di conci di marmo. Il marmo della Montagnola fu impiegato a partire dal XIV secolo per la costruzione del Duomo di Siena ed in altri edifici monumentali (il rivestimento delle Logge del Papa, le Logge della Mercanzia). Di questo periodo è anche l'utilizzo del Marmo della Montagnola in alcune opere architettoniche importanti dell'Italia Centrale (Firenze: Santa Maria del Fiore; Orvieto: Duomo di Orvieto).

Le cave che estraevano erano principalmente tre: Tonni, Montarrenti e Marmoraia. Fino al XV secolo il Marmo della Montagnola ebbe una funzione dominante per la costruzione di palazzi e monumenti senesi. Le varietà bianche venivano utilizzate come ornamenti architettonici per esterni e pietra da costruzione in conci squadrati mentre il Marmo giallo veniva utilizzato principalmente per motivi artistici ed ornamentali (ad esempio i mosaici policromi dei pavimenti del Duomo di Siena) o per rivestimenti interni. Dopo tale periodo a causa dell'inizio dell'importazione dei marmi apuani, l'utilizzo dei marmi senesi ebbe una certa decadenza. Il periodo di maggior successo e produzione delle varietà gialle fu nel sei-settecento, ed è infatti di questo periodo lo sviluppo di tutte le zone di coltivazione del Giallo di Siena.

I MARMI DELLA MONTAGNOLA SENESE

Tipicamente nella Montagnola Senese sono distinte 10 varietà di marmi:

 

Giallo Broccatello: è la varietà di marmo più pregiata della Montagnola Senese. Si tratta di una breccia avente un fondo di colore giallo dorato con macchie e venature scure o violacee talora molto sottili da cui risultano spesso figurazioni fantastiche di singolare effetto decorativo e cromatico.

Nuvolato Etrusco (ex – Breddolato): è una roccia molto simile al Broccatello, i clasti che la compongono sono giallo dorati e sono immersi in letti di materiale fillosilicatico di colore blu molto intenso. Da qui il nome dato dai cavatori "blu - dorato".

Il Giallo Broccatello e il Nuvolato Etrusco, varietà di marmo tra loro molto simili, al microscopio presentano aggregati granoblastici e sono costituite da granuli pressoché isometrici di calcite e diffusi cristalli di quarzo ed albite di neoformazione. Alcuni cristalli di calcite isolati e rotondeggianti presumibilmente derivano da articoli di Crinoidi. Nel cemento è possibile riconoscere minerali fillosilicatici quali clorite con colore di interferenza anomalo, muscovite e sericite. Le sezioni appaiono talora attraversate da stiloliti risultanti da un addensamento irregolare di materiale argilloso misto ad idrossidi di ferro, addensamento legato ai processi di dissoluzione chimica differenziale sotto pressione.

 

Giallo Ocra: noto anche come "giallo unito", mostra, nel complesso, una colorazione assai uniforme, talora con sfumature verso toni più chiari. In sezione sottile questa roccia presenta una massa principale a struttura granoblastica fine di cristalli di calcite equidimensionali. Sono presenti anche piccole bande parallele, nelle quali i cristalli isometrici di calcite a struttura saccaroide mostrano una grana decisamente maggiore. Ne risulta quindi complessivamente una metamorfite calcarea granoblastica con due popolazioni principali di granuli di calcite, diversamente sviluppate e distribuite. Nelle fasce a granulometria maggiore sono anche presenti e relativamente abbondanti: quarzo, albite e minuti fillosilicati (prevalentemente muscovite) per lo più isoorientati.

 

Giallo Venato: ha un colore di fondo giallo, con venature ocra e zone sfumanti nell'avorio e nel bianco. Possiede un bellissimo effetto cromatico ed è perfettamente lucidabile. Si tratta di una roccia carbonatica a struttura saccaroide minuta con bande a granulometria diversa spesso sfumanti l'una nell'altra. Queste bande sono rappresentanti o residui parzialmente cancellati di un'originaria stratificazione o porzioni brecciate poi risaldate dal metamorfismo. Si riconoscono anche qui articoli di Crinoidi ed altrove sono presenti tracce di oncoidi e di tappeti algali. Sono presenti anche vene dove il quarzo e l'albite di origine neogenica sono assai sviluppati. La granulometria dei cristalli di calcite è fine.

 

Rosato tipo "Covent": ha un fondo avorio tendente al rosato e presenta arabeschi e venature gialle, grigie e rossastre. Talvolta mostra un aspetto assai vario e brecciato, altre volte invece è più uniforme e la massa di fondo, prevalentemente rosa, è attraversata da venature gialle e giallo - ocra.
Questa varietà è poco presente nella cava; si trova esclusivamente, e per un piccolo spessore, nella zona del campo prove.

 

Giallo Avorio: a struttura saccaroide, mostra un fondo avorio con venature e qualche rara sfumatura verso il bianco ed il giallo più acceso. Rispetto al Giallo Venato ha un colore più tenue, più uniforme e leggermente tendente al bianco. La granulometria di questo marmo, in sezione sottile, risulta maggiore rispetto a quella dei marmi gialli in genere, ed inoltre ha una relativa omogeneità strutturale nonostante la solita presenza di vene e di stiloliti.

 

Calacata: si distingue dagli altri tipici marmi senesi in quanto presenta un fondo bianco con lievi venature e chiazze sul giallo - rossiccio; assai spesso mostra chiaramente le caratteristiche di una breccia

 

Bianco arabescato: ha l'aspetto di una breccia, con elementi calcarei chiari, a contorni irregolari, ricementati con materiale calcareo e con colori sul grigio. In alcuni affioramenti il cemento risulta avere colorazioni assai accese: blu, verde e viola. Si tratta di una roccia calcarea con grana di dimensioni maggiori rispetto a quella dei gialli e dei grigi ma molto simile a quella della varietà Giallo Avorio. Con quest'ultima ha in comune una certa omogeneità ed uniformità strutturale. Anche in questa roccia sono presenti grani rotondeggianti policristallini derivanti da articoli di Crinoidi.

 

Grigio perla: ha una caratteristica di tonalità cromatica piuttosto uniforme, sul grigio chiaro, che gli conferisce un aspetto assai delicato, simile a quello di alcuni bardigli chiari delle Alpi Apuane. E' un marmo a struttura granoblastica fine e talora sono presenti al suo interno vene di calcite a granulometria leggermente maggiore. Anche in questa roccia sono presenti resti di echinoderni (Crinoidi) evidenziati da aggregati policristallini di forma rotondeggiante. Sono presenti anche sottili vene arricciate e brunastre riferibili a stiloliti.

 

Bardiglio: presenta un fondo più o meno scuro con venature, spesso parallele, di colore grigio o azzurrognolo e talora bianche per la presenza di calcite spatica.
Dagli esiti delle analisi petrografiche risulta che i marmi della Montagnola Senese sono metacalcari di basso grado metamorfico, conservano alcune caratteristiche primarie come la disomogeneità granulometrica e contengono tracce di alcuni fossili.

   

TESTI ED IMMAGINI TRATTI DAL SITO DELLA

 


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